martedì 9 ottobre 2007

qUaLsIaSi CoSa CeRcHi Di ScRiVeRe

di ITALO CALVINO*



Qualsiasi cosa cerchi di scrivere per esprimere la mia ammirazione per Ernesto Che Guevara, per come visse e per come morì, mi pare fuori tono. Sento la sua risata che mi risponde, piena d'ironia e di commiserazione. Io sono qui, seduto nel mio studio, tra i miei libri, nella finta pace e finta prosperità dell'Europa, dedico un breve intervallo del mio lavoro a scrivere, senza alcun rischio, d'un uomo che ha voluto assumersi tutti i rischi, che non ha accettato la finzione d'una pace provvisoria, un uomo che chiedeva a sè e agli altri il massimo spirito di sacrificio, convinto che ogni risparmio di sacrifici oggi si pagherà domani con una somma di sacrifici ancor maggiori,
Guevara è per noi questo richiamo alla gravità assoluta di tutto ciò che riguarda la rivoluzione e l'avvenire del mondo, questa critica radicale a ogni gesto che serva soltanto a mettere a posto le nostre coscienze.In questo senso egli resterà al centro delle nostre discussioni e dei nostri pensieri, così ieri da vivo come oggi da morto. E' una presenza che non chiede a noi né consensi superficiali né atti di omaggio formali; essi equivarrebbero a misconoscere, a minimizzare l'estremo rigore della sua lezione. La "linea del Che" esige molto dagli uomini; esige molto sia come metodo di lotta sia come prospettiva della società che deve nascere dalla lotta. Di fronte a tanta coerenza e coraggio nel portare alle ultime conseguenze un pensiero e una vita, mostriamoci innanzitutto modesti e sinceri, coscienti di quello che la "linea del Che" vuol dire -una trasformazione radicale non solo della società ma della "natura umana", a cominciare da noi stessi- e coscienti di che cosa ci separa dal metterla in pratica.
La discussione di Guevara con tutti quelli che lo avvicinarono, la lunga discussione che per la sua non lunga vita (discussione-azione, discussione senz'abbandonare mai il fucile), non sarà interrotta dalla morte, continuerà ad allagarsi. Anche per un interlocutore occasionale e sconosciuto (come potevo esser io, in un gruppo d'invitati, un pomeriggio del 1964, nel suo ufficio del Ministero dell'Industria) il suo incontro non poteva restare un episodio marginale. Le discussioni che contano sono quelle che che continuano poi silenziosamente, nel pensiero. Nella mia mente la discussione col Che è continuata per tutti questi anni, e più il tempo passava più lui aveva ragione.Anche adesso, morendo nel mettere in moto una lotta che non si fermerà, egli continua ad avere sempre ragione.
ottobre 1967

Che Guevara fu ucciso in Bolivia il 9 ottobre 1967, e il suddetto testo di Italo Calvino fu scritto il 15 ottobre 1967 a Parigi (dove da alcuni mesi abitava con la moglie argentina: era il giorno del suo 44° compleanno). Esso fu pubblicato in spagnolo nel gennaio 1968 sulla rivista cubana "Casa de las Americas" (in un numero speciale tutto dedicato al "Che"). Invece il testo originale integrale italiano fu pubblicato in Italia solamente 30 anni dopo, nel 1998, sul numero 1 della rivista "Che" della Fondazione Italiana Ernesto Guevara presieduta da Roberto Massari (con sede ad Aquapendente, nel Lazio).

6 commenti:

ReV ha detto...

Una parola risuona stabile in tutto cio'.

COERENZA

Cosa che non siamo mai stati in grado di essere, basti la pubblicazione con 30 anni di Delay.

Ma, a questo punto mi chiedo, si puo' con la guerriglia, con il nichilismo, con la follia esser piu'coerente di tutti quegli zombie imbalsamati che ci circondano??
Possiamo ancora NOI, tenere vivi ricordi di Personaggi (come fa NORMA), ricordi di rabbia e nichilismo (come TdJ) o scrivere ancora canzoni che parlino di ANIMA (come fa Reversibile)???

E' possibile che questo mondo si sia strappato gli occhi da solo, in una notte senza stelle e luna, solo perche' nell'oscurita' stanno meglio???

Io,vi giuro, non capisco, e amo questi commenti kilometrici sul blog di Norma....spero che lei apprezzi.

Con Coerente Amore
ReV Tdj

ReV ha detto...

Norma...fai un po' di pubblicita'...un amico comume..e' risorto, cambiato, ma risorto

http://taylerdurdenjr.blogspot.com/

fallo girare e' il primo Blog, politicamente-scorretto/nichilista/filosofeggiante in cui non esistono solo i commenti...ma ognuno puo' postare via mail.

tEmPhE ha detto...

...Tdj.: ti ho linkato anche se combatto il nichilismo da sempre.
perchè da sempre ho una bandiera che sventola e batte sui vetri delle mie finestre.

tEmPhE ha detto...

...Tdj.: apprezzo quei lunghi commenti. dubitavi?

ReV ha detto...

Si, ogni tanto dubito...
Il nichilismo russo, parte dalla filosofia di distruggere (fisicamente o filosoficamente) per ricostruire.
Anch'io ho una bandiera che sventola. Solo, non ha colore ne' marchio. E' una bandiera mia e condivisa solo da chi puo' vedere al di la' della bandiera, all'interno delle sue trame, legate ed unite per creare qualcosa di forte e resistente persino al vento.

Il mio non e' nichilismo sciocco, o per sentito dire.

Sono convinto che il veleno che tratteniamo ogni giorno, abbia avvelenato fin troppo noi stessi.

Dubito dei miei commenti, ma non ho mai dubitato che ti piacciano Mia Norma.

"tu sei troppo bianca per restare,
mano nella mano con te stessa,
e non voglio certo che tu sia,
la mia piu' bella cosa mai successa".

buona notte.

Reversibile TdJ

PS.. il nuovo blog, e' aperto al mondo..quindi...SPARA NORMA, e non far si che ti mettano a letto ancora quelli della Cia.

tEmPhE ha detto...

...Tdj.: le parole di Bianca, la voce di Manuel: un colpo bassissimo.
il mio colore è rosso acceso, comunque.