giovedì 4 ottobre 2007

"Spara dunque, codardo"


Mia madre, il nove ottobre, comperò un carillon.
Lo appese alla testata del lettino e fece in modo, girandone la chiavetta, che le piccole api colorate della Chicco mi salutassero, tra ondeggiamenti e cantilena.
Mia madre, il nove ottobre, discostò le tende nappate e fresche, lasciando entrare una luce gialla ed artefatta che illuminò i miei piedini tozzi.
Guardò giù, appiccicando guance e naso ai vetri immacolati.
Io mossi gli arti nel vuoto, come annaspando: forse avevo fame ma forse decisi di aspettare un momento più propizio per disperarmi e urlare.
Quando la stoffa si riabbassò sulle finestre, tornò un’ombra quieta, buccia apparente d’una giornata nefasta.
Così, al posto del chiarore, un sibilo di radio inondò l’intera stanza.
Tutto il mondo.
Il soffitto un cielo e il pavimento terra, i tappetini mare e le pattine della cera zattere.
Oggetti e soprammobili come abitanti del globo, intorno: la sveglia con i numeri fluorescenti, il portafoto con il picco dell’anguille noire ricordo d’estate, la spazzola morbida sul ripiano del comò,
la petineusse su cui spiccava il rosa delle mie fasce, il contenitore del borotalco ed il piumino pizzicato sotto al coperchio, il lampadario a gocce.
Profumo di lavanda tra le lenzuola piccole ed il copriletto dorato grande.
E il sibilo divenne voce.

“…La versione più accreditata racconta come Guevara abbia ricevuto diversi spari alle gambe, sia per evitare di deturpargli il volto sia per ostacolare l'identificazione…”


Mia madre, il nove ottobre, sedette stanca con le mani in grembo.
Ascoltò il mio vagito coprire ogni altro suono e mi issò, trattenendomi come un fagotto: trofeo elevato sopra la sua testa.
Mia madre, il nove ottobre, mi allattò piangendo e al suono di una poesia salvadorena, regalatami come nenia, mi addormentai per prima.


Allora la vecchia mi disse:
“Guarda questa rosa secca
che un giorno fu incantata
dallo sfarzo della sua stagione;
il tempo che sbriciola anche altissime mura
non priverà questo libro della sua saggezza.
In questi petali secchi c’è più filosofia
di quella che può darti la tua saggia biblioteca;
essa sulle mie labbra pone la magica armonia
con cui sul fuso incarno i sogni della mia rocca.”
“Sei una fata”, le dissi. “Sono una fata”, mi disse,
“e celebro l’esultanza della primavera,
donando vita e volo a queste foglie di rosa.”
Si trasformò in una principessa profumata
e nell’aria sottile, dalle dita della fata
volò la rosa secca come una farfalla.
Rubén Darío


Poi anche lei chiuse gli occhi gonfi.
Ed il silenzio diventò preghiera.
Era il 1967.

8 commenti:

ReV ha detto...

Ammiro, amica mia, i ritratti da fuori che fai di questi personaggi.
Ammiro, i brividi che riesci a regalare, come petali di rose che cadono attorno.
Tristemente dolce, melanconicamente familiare.
Espressioni che bramo, e attendo ogni qualvolta controllo la rete.

Attendo...pero', se posso fare il rompiuovanelpaniere, ogni tanto (spesso) mi manca il tuo lato oscuro. Quello piu' maledetto.

Una dolce notte mia Norma, una notte anormale e abnorme come quelle che ci capitano e che tanto adoriamo, tanto per poter raccontare che anche questa volta non e' stata normale.

ReV Tdj

Maurone ha detto...

Hasta siempre comandante Che Guevara!
Un bel filmato intimo, in cui si capisce che anche gli eroi tengono famiglia e quando soffrono lo fanno cantando canzoni salvadoregne come mia nonna cantava ritornelli che sanno di mediterraneo.

tEmPhE ha detto...

...maurone: ma quanto bene ti voglio?
a proposito di famiglia...ci sono foto tue che aspettano di essere viste da me e foto mie che aspettano che io le pubblichi.
si parla di matrimoni (do you remember?) e battesimi.
andiamo a fossano ed approfittiamo?

...Tdj: notti al sapore di frutti di bosco.
quelli che sappiamo raccogliere: tra i rovi che lacerano pelle e vene.

ReV ha detto...

Onorato del plurale usatoci.

ReV Tdj

Anonimo ha detto...

Anch'io sono molto emozionato all'idea di vederci tutti quanti ammucchiati stretti stretti in un'antologia. Non vedo l'ora di avere il libro fra le mani e di leggere i vostri racconti. A giudicare dall'ultimo post che hai scritto, il tuo stile è onirico e analogico, direi leggero, ma al tempo stesso profondo. Spero tanto che tra noi, grazie a questa antologia, possa nascere una scambio culturale ed emotivo vero, cosa ormai praticamente improponibile nella colaca maxima dell'editoria massificata italiana.

Anonimo ha detto...

questo giorno è stato ricordato poko e da poki...

tristezza moderna

tEmPhE ha detto...

...anonimo: lo spero anche io.
di scambi mi cibo.
di quelli mi nutro.

...disperso: tristezza futura.

Anonimo ha detto...

E nell'aria sottile volò la rosa secca come una farfalla.
Piango, insieme a te, una luce intensa che permeava quegli occhi rivoluzionari.
Un corpo analizzato ed un petto traforato.
Dietro all'involucro un cuore che ancora batte.
Rosso.
Sempre.
Siempre, Comandante.
V.