un sito che vi invito con il cuore a visitare.
Torino è così, nel marzo di quest’anno scarno di sentimenti: umida e opaca.
Il cielo sembra trattenere uno starnuto, mentre il grigio colora anche i passi lenti e cadenzati.
Il viale alberato, dinanzi al liceo Massimo D’Azeglio, è una via solcata dalle formiche: gli studenti, che vi si muovono, piccoli insetti indolenziti dalla notte appena conclusa e dal freddo che filtra strafottente, anche attraverso le stoffe più spesse.
La quintaE si raduna in quattro o cinque gruppetti, al principio della complice scalinata in pietra: al suono della campanella è la prima a ricomporsi per riempire l’aula.
Benatti, detto Il Massimo, si ferma davanti alla cattedra, le braccia a mo’ di brocca, sui fianchi.
I ragazzi sono artificiosamente silenziosi.
Lui ha nella mano sinistra un barattolo di vernice, in quell’altra un pennello di setole spesse, lungo e consumato nell’impugnatura: “Siete pronti?”, un brusio d’assenso lo raggiunge, più veloce dell’immediato, “Peruzzo e Mancini: alla porta come pali!”
I due scattano: uno basso e grosso, l’altro alto e ancora più dinoccolato, nel suo completo di fustagno.
“Sono pronto anche io, ora!”, sorride dietro i denti, il bestione, dividendo a falcate il corridoio centrale, lasciato dalla distanza dei piani di lavoro.
Il cielo sembra trattenere uno starnuto, mentre il grigio colora anche i passi lenti e cadenzati.
Il viale alberato, dinanzi al liceo Massimo D’Azeglio, è una via solcata dalle formiche: gli studenti, che vi si muovono, piccoli insetti indolenziti dalla notte appena conclusa e dal freddo che filtra strafottente, anche attraverso le stoffe più spesse.
La quintaE si raduna in quattro o cinque gruppetti, al principio della complice scalinata in pietra: al suono della campanella è la prima a ricomporsi per riempire l’aula.
Benatti, detto Il Massimo, si ferma davanti alla cattedra, le braccia a mo’ di brocca, sui fianchi.
I ragazzi sono artificiosamente silenziosi.
Lui ha nella mano sinistra un barattolo di vernice, in quell’altra un pennello di setole spesse, lungo e consumato nell’impugnatura: “Siete pronti?”, un brusio d’assenso lo raggiunge, più veloce dell’immediato, “Peruzzo e Mancini: alla porta come pali!”
I due scattano: uno basso e grosso, l’altro alto e ancora più dinoccolato, nel suo completo di fustagno.
“Sono pronto anche io, ora!”, sorride dietro i denti, il bestione, dividendo a falcate il corridoio centrale, lasciato dalla distanza dei piani di lavoro.
“La sciatemi lavorare!”, aggiunge con fare altezzoso.
Disegna, l’artista, sul muro, al fondo della stanza: tra bisbigli d’approvazione e qualche risata sommessa, trattenuta per abitudine.
Le due vedette alla porta smettono improvvisamente di divertirsi per portare goffamente le mani ai lati della bocca, con l’intento d’amplificare l’avviso: “Ai posti! Sta arrivando!!”
Un rumoroso sbattere di sedie e gambe, un fruscio di stoffe che sfregano veloci, nella veemenza dell’azione.
Disegna, l’artista, sul muro, al fondo della stanza: tra bisbigli d’approvazione e qualche risata sommessa, trattenuta per abitudine.
Le due vedette alla porta smettono improvvisamente di divertirsi per portare goffamente le mani ai lati della bocca, con l’intento d’amplificare l’avviso: “Ai posti! Sta arrivando!!”
Un rumoroso sbattere di sedie e gambe, un fruscio di stoffe che sfregano veloci, nella veemenza dell’azione.
Il pittore ha finito: sta solo rimirando il risultato finale, passeggiando lentamente all’indietro e mordicchiando il legno del pennello, con posa impegnata.
Il ragazzo entra: ha un ciuffo scomposto sulla fronte, tra i vetri di un paio d’occhiali a lente tonda che si assesta, prima di osservare con attenzione la scena.
Tutti compunti, ai loro posti.
Allora avanza tra i banchi, con le mani in tasca, fischiettando un motivo klezmer(*).
Passando al fianco di Benatti si ferma e nota il pennello che trattiene nel pugno, seminascosto dalle ginocchia.
Allora: alza lo sguardo, dritto-dritto, fino alla parete in fondo: c’è disegnato un cane che sta defecando.
Sotto, vergata in rosso, una frase da leggere svelta: EBREI, SIETE MERDE DI ANIMALI!
Riposiziona gli occhi sugli occhi di Benatti e, avvicinandolo, gli sfila con un colpo deciso la sciarpa in lana pettinata, via dal collo.
Quando un boato generale s’alza verso il soffitto il professore li sorprende: con quattro passi decisi si posiziona davanti alla lavagna, all’esatto opposto del muro imbrattato: “Levi! Si può di grazia sapere che cosa fa lì, in piedi, dandomi per giunta la schiena?”
Il ragazzo entra: ha un ciuffo scomposto sulla fronte, tra i vetri di un paio d’occhiali a lente tonda che si assesta, prima di osservare con attenzione la scena.
Tutti compunti, ai loro posti.
Allora avanza tra i banchi, con le mani in tasca, fischiettando un motivo klezmer(*).
Passando al fianco di Benatti si ferma e nota il pennello che trattiene nel pugno, seminascosto dalle ginocchia.
Allora: alza lo sguardo, dritto-dritto, fino alla parete in fondo: c’è disegnato un cane che sta defecando.
Sotto, vergata in rosso, una frase da leggere svelta: EBREI, SIETE MERDE DI ANIMALI!
Riposiziona gli occhi sugli occhi di Benatti e, avvicinandolo, gli sfila con un colpo deciso la sciarpa in lana pettinata, via dal collo.
Quando un boato generale s’alza verso il soffitto il professore li sorprende: con quattro passi decisi si posiziona davanti alla lavagna, all’esatto opposto del muro imbrattato: “Levi! Si può di grazia sapere che cosa fa lì, in piedi, dandomi per giunta la schiena?”
Poi. Poi s’accorge della scritta: “Pensa di poter giustificare un comportamento come il suo, solo di conseguenza ad uno slogan che, peccando unicamente d’essere scritto in maniera ingenua, esprime in fondo l’opinione di tutti?”
Nel silenzio lasciato dalle parole il giovane, avvicinatosi nuovamente al muro, comincia ad appallottolare l’indumento di Benatti.
“E questo, questo!, secondo lei, sarebbe l’atteggiamento di un uomo?”
Gira il volto, Levi, ad osservare la domanda dell’insegnante, da sopra la spalla dedicandogli un piccolo, consapevole, amaro sorriso.
Poi. Poi si scuote come ridestato da pensieri lontani che lontano stavano trascinandosi e sputa sul drappo che stringe tra le mani.
Non ascolta la disapprovazione di tutti e continua a farlo, con vigore: “Sì, professore” sospira stanco Primo, “credo che questo sia l’atteggiamento: l’atteggiamento di un uomo!”
E con la stoffa, ora umida, cancella ogni traccia di colore. Fino a farlo sparire.
*musica ebraica, in particolare quella legata alla cultura aschenazita dell'Europa centrale e dell'est
20 commenti:
A volte basta una "semplice" approvazione per far detastare le persone dalla propria ignoranza!!!!
Buongiorno splendida :-), graie per la tua presenza, sempre + gradita, msn ha problemi ultimamente, dicono che stanno facendo aggiornamenti, ma secondo me fanno solo "casini"
Appena avrò un pochino di tempo, ti parlerò della mia noosissima città, Trento, dove per "noi giovani" c'è veramente gran poco da fare :-) :-)
Ti lascio un bacione e un sorriso radioso, ciaoooo
Tina
...tina:buongiorno a te.
splendida a te.
ma che succede?
a quanto ho letto..."C'è baruffa nell'aria!"
aspetto.
tina e la sua città.
nel frattempo ti abbraccio forte!!!
Per ora nn psso dirti nulla cara, ma è un progetto, niente di grave, o burrascoso ;-) assieme ad un nostro comune Amico, e nn faccio il nome per vari motivi,sono certa che hai capito cmq di chi parlo...
Un bacione, buona serata
credo.
credo di aver capito.
se serve: incrocio le dita.
fatemi un cenno: quando devo scrociarle!
baci-baci
Non si può stare via un attimo, eh?
V.
...v.:la tristezza è sempre incinta.
e -tra l'altro- anche l'ignoranza!
ohppercarità!
tibbacio
Sei passata dalla mostra su Primo Levi al museo diffuso sulla resistenza in corso Palestro? Io ci sono andato domenica ed ho apprezzato.....
Ciao bella, volevo farti sapere che il nostro amico Taylerdurden jr è cambiato....è diventato reversibile :-), ma è sempre il solito .....
un bacione ciao bella
Tina
...tina: la reversibilità è uno stato di grazia.
in quella condizione si riesce ad essere liberi!
un bacio a te!
grossissimo!
...maurone: fino a quando è visitabile, la mostra in "palestrina"?
bello
...arthur: grazie di cuore.
Ciao Norma, lo stato di grazia e' qualcosa di fenomenale, e l'essere LIBERI ha un prezzo che si puo' pagare purtroppo molto salato.
Ma cio' che ottieni e' un IRREVERSIBILE REVERSIBILITA'.
c'e' un muovo progetto musicale...che sta fiorendo, ti consiglio di guardare questo blog.
Penso ti piacera'.
http://reversibile.spaces.live.com/
poi arriveranno anche Racconti e Poesie.
un bacio mia Norma.
la tua reversibilita'
-.-"""
Ti avevo lasciato un commento, ma questo maledetto se l'è mangiato. Vabbè. Ti volevo solo dire che tu hai molto talento, ecco, e se lo accosti ad una buona forza di volontà e a della sacrosanta organizzazione...beh, allora ne possono venire cose MERAVIGLIOSE.
Ecco, dovevo dirtelo.
u.u
Ciao!
Buongiorno carissima, tutto bene? Il tempo è sempre poco, ma un passaggio veloce da chi merita è Voluto ;-)
Vedo che il nostro amico comune (reversibile) è passato a lasciarti un salutino....non avevo dubbi.
Ti lascio un gigantesco sorriso, accompagnato da un bacione grande grande, che tutto possa andare come tu desideri cara jean.
Un abbraccio forte, Tina
...anonimo: liberi. a qualunque prezzo.
benvenuto: nello specchio. e nel suo doppio.
...j.j.:tu mi confondi.
è come nuotare in un mare poco conosciuto...incroci solo pesci strani. e li sbucci sempre. come fossero banane.
grazie del commento, giovane giacomo!
...tina: i tuoi saluti sono sempre, sempre, sempre dei regali.
ricambio il bacio, amica!
No, guarda tu non mi puoi citare salinger così...impunemente!!
Ahhh!!! Impazzisco se mi dici così!!
Grazie!!
...j.j.: allora mi autopunisco.
devo leggere e commentare il nuovo pezzo. sul tuo blog!
mammammmia...che scaltra chessono!
trooppo furba: una volpe!
au-re
Ahaha, no, guarda, mi hai fatto troppo piacere! Davvero!!
Ehm, è un macello, non leggerlo, che è meglio -.-"
Ciao!
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